L’impianto idrovoro di Torre di Fine è stato costruito nel 1925, entrò in esercizio nel 1926, per il prosciugamento meccanico, assieme all’impianto Termine (1922), del bacino Ongaro Inferiore 1°, di Ha 12.200, sollevando le acque recapitate dal Collettore 3° nel canale Largon/Revedoli, scelta che in questi anni è stata fondamentale per “alleggerire” le portate immesse nel canale d’acque alte Brian.
Nell’impianto furono installati due gruppi idrovori Tosi, accesi da due motori diesel Tosi della potenza di 500 Hp ciascuno, in grado di sollevare 6.000 litri il secondo ciascuno.
Dopo l’alluvione del 1966 è stata potenziata la capacità di prosciugamento del bacino con la costruzione dell’idrovora di Valle Tagli (1970), che ha permesso il raggiungimento di una portata complessiva di 59.000 l/s (59 m³/s)
La costruzione dell’impianto ha rappresentato un esempio tipico delle difficoltà incontrate nei terreni melmosi della bonifica, per dare agli impianti la stabilità voluta dai macchinari.
Per raggiungere la portanza voluta sono state realizzate delle palificate di consolidamento con pali (quadri o tondi) in cemento armato, di conveniente lunghezza stabilita per mezzo dei pali di prova.
A lato dello stesso nel 1915 è stata realizzata la conca per l’ingresso delle barche e delle draghe che arrivavano dal mare attraverso il canale Revedoli: quest’ultime fondamentali per l’escavo dei maggiori collettori consorziali.
Nel 1944 l’impianto è stato danneggiato da un bombardamento aereo, e nel 1994-1995, nell’ambito dei lavori di collegamento del bacino idraulico Ongaro Inferiore Terzo, è stata chiusa la conca di navigazione, mantenendone il corpo principale nell’area a parco pubblico che è stata ricavata a lato della chiesa.
L’impianto ha funzionato nell’assetto originario con motori diesel fino alla fine degli anni ’80, ed è stato elettrificato, potenziato e completamente automatizzato, sostituendo i diesel con motori elettrici della potenza di 630 KW a 740 giri il minuto azionanti le pompe originarie a una maggior velocità elevando la portata delle due pompe originarie a 7.500 l/s ciascuna con una prevalenza di circa 3,10 m rispetto il medio mare. Contestualmente sono stati installati gli sgrigliatori automatici per la pulizia delle griglie fermaerbe e un gruppo elettrogeno di emergenza.
L’impianto in particolare per l’imponenza e allo stesso tempo per la cura nei dettagli delle opere civili esterne è citato nei testi come espressivo esempio di “archeologia industriale” anche se, a seguito dei lavori di adeguamento dei macchinari, continua a svolgere un’azione fondamentale nella salvaguardia idraulica del territorio di bonifica.