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L’espressione Terrevolute si offre a due possibili letture: terre volute perché desiderate, necessarie per soddisfare i bisogni di comunità in continua evoluzione, e terre evolute, perché sviluppate, trasformate da esperienza, know how e innovazione tecnologica.
Come è ormai stato assodato in ambito scientifico, la natura non costituisce soltanto uno sfondo per le vicende umane, ma svolge un ruolo attivo nei processi storici. Appare quindi necessario comprendere le dinamiche degli ecosistemi naturali nel tempo, esaminare le interazioni tra ambiente, tecnologia e ambito socio-economico, indagare le politiche ambientali, osservare il mutamento dei valori culturali e del pensiero filosofico relativi al concetto di natura. È oggi necessario analizzare da prospettive nuove alcuni processi storici ed economici, ponendo l’ambiente in primo piano rispetto alle attività umane. Nello stesso tempo è fondamentale capire la percezione che l’uomo ha dell’ambiente, il valore che gli attribuisce, i tentativi compiuti per trovare un modo possibile e corretto di convivere con esso.
Nel corso dei secoli il territorio italiano è stato sottoposto a numerosi interventi di carattere prevalentemente idraulico che ne hanno modificato sensibilmente la struttura originaria e hanno avuto notevoli conseguenze economiche e sociali sulle comunità residenti in un dato luogo.
In particolare, in alcune regioni, la profonda trasformazione della campagna è stata determinata dagli effetti delle opere di bonifica realizzate nel corso dei secoli che hanno perseguito finalità talvolta diverse a seconda delle necessità e delle sensibilità dei tempi. Questo processo di trasformazione deve essere analizzato anche attraverso il modificarsi del rapporto tra ruolo economico e ruolo sociale assunto dalla bonifica, un elemento molto importante che accompagna l’evoluzione del territorio fino ai nostri giorni.
Originariamente gli interventi dell’uomo erano finalizzati quasi esclusivamente ad ampliare le superfici coltivate e a ‘difendersi’ da rotte e allagamenti; successivamente, la sempre più pressante ricerca di nuove terre richiese una maggiore attenzione per l’equilibrio idro-geologico in zone periodicamente minacciate da piene e alluvioni. Questo comportò interventi che non erano più economicamente sostenibili dai singoli proprietari. Nello stesso tempo divenne sempre più chiaro il ruolo sociale della bonifica, il vantaggio per la salute che da essa potevano trarre le popolazioni residenti nelle aree umide e malsane o in aree ad esse limitrofe. Nella fase moderna della bonifica, all’aspetto economico e igienico-sanitario si è aggiunto quello ambientale, l’esigenza di migliorare l’environmental quality e sviluppare iniziative per una fruizione del territorio consapevole e sostenibile.
A questa lenta, continua ed efficace opera di trasformazione è dedicato Terrevolute | Festival della Bonifica che si tiene a San Donà di Piave (Ve), nel mese di maggio – tra spettacoli, musica, mostre e convegni dedicati al rapporto tra uomo e terre di bonifica.
La scelta della città non è casuale. San Donà di Piave, nel territorio del Consorzio di Bonifica Veneto Orientale, ha per il mondo della bonifica un valore simbolico importantissimo. Fu qui infatti che, nel 1922, si tenne il Primo Congresso Regionale per le Bonifiche Venete, promosso dalla Federazione Nazionale dei Consorzi di bonifica. A tale evento parteciparono esperti e studiosi d’ogni parte d’Italia, oltre ad autorevoli rappresentanti del mondo della politica, a testimonianza dell’attenzione che in quel momento veniva prestata al tema della bonifica e al ruolo che in tale campo d’intervento pubblico e privato rivestiva l’esperienza maturata nel territorio veneto.
Oltre a fare il punto sullo stato delle zone danneggiate durante la prima guerra mondiale, il Congresso di San Donà riprese i fili del discorso interrotto nel 1915, al quale si era ispirata la legislazione dell’immediato dopoguerra. Come sottolineò Giuseppe Medici, esperto di economia e politica agraria, in quell’occasione a San Donà di Piave, “in un momento particolarmente difficile della vita nazionale, si raccolsero le forze più vive della società italiana, affinché, rinvigorendo la secolare tradizione, si affrontassero in maniera sistematica i grandi problemi della bonifica e dell’irrigazione di vaste pianure ancora paludose del nostro Paese”.
L’idea di ‘bonifica integrale’ a quel tempo era già pienamente acquisita. Questa affondava infatti le sue radici nei programmi agrari maturati nell’età giolittiana grazie all’impegno di politici come Giuseppe Zanardelli, Francesco Saverio Nitti, Luigi Luzzatti, Pietro Bertolini, Francesco Cocco Ortu, Pietro Lacava ed Ettore Sacchi, ma soprattutto grazie all’opera di un’élite tecnica che assommava competenze disciplinari specifiche e conoscenza empirica dei problemi. Furono uomini come Arrigo Serpieri, Eliseo Iandolo, Angelo Omodeo, Vittorio Peglion, Carlo Petrocchi, Meuccio Ruini, Silvio TrentinUna famiglia speciale, i Trentin, che ha fatto dell’antifascismo, della libertà, del pensiero critico, spesso controcorrente, una scelta di vita, pagata con prezzi altissimi, dalla perdita di una posizione sociale all’esilio, dal carcere alla fine prematura del capofamiglia. Un padre, una madre e tre figli, che hanno svolto un ruolo attivo nella lotta per la democrazia in Italia e in Europa. Anche dopo la morte del padre e la fine della guerra, infatti, i figli porteranno avanti quegli stessi valori, con un apporto sempre originale e di primo piano nel mondo politico, sindacale, accademico e artistico. L’intransigenza morale è il principale insegnamento che Silvio gli ha trasmesso, la «radicale incapacità di separare l’etica della politica dalla propria morale quotidiana», come dirà Bruno. La storia dell’intera famiglia e le storie, private e pubbliche, dei singoli componenti sono infatti dominate dal tema della “scelta”: le scelte del padre Silvio – su tutte l’opposizione intransigente al fascismo e il conseguente, lungo esilio – non determinano solo le vicende di ognuno di loro fin dalla più tenera età, ma rappresentano il modello, la “visione del mondo” su cui ciascuno costruirà la propria vita. La militanza civile ed antifascista, marchio caratteristico ed inconfondibile della famiglia, troverà così in ogni Trentin una personale declinazione. Promossa da Centro documentazione e ricerca Trentin[1], Iveser e Associazione rEsistenze, la mostra si propone innanzitutto di valorizzare, far conoscere e condividere il ricco fondo fotografico contenuto nell’Archivio di Franca Trentin. Raccogliendo anche documenti e scatti appartenuti ai genitori di Franca, Silvio e Beppa, l’archivio comprende infatti – oltre ad un ricco epistolario – una raccolta di oltre 400 immagini che spaziano dagli ultimi anni dell’Ottocento ai primi anni Duemila[2]. In particolare si intende, con questo progetto, approfondire la fase dell’esilio francese della famiglia negli anni della dittatura (1926-1943). Silvio Trentin, allora docente... Leggi a introdurre un profondo ripensamento nella concezione della bonifica, intesa come operazione simultanea di sistemazione idraulica, risanamento igienico e trasformazione agraria.
Durante il Congresso di San Donà, di ‘bonifica integrale’ si parlò a più riprese, poiché essa non poteva essere procrastinata ulteriormente: le terre prosciugate richiedevano infatti la trasformazione fondiaria, da tempo si invocavano interventi radicali sui bacini montani e la malaria continuava a mietere vittime.
Si tratta di un evento di notevole rilevanza per la storia e l’economia della regione veneta. Per questa ragione si è pensato di realizzare, proprio a San Donà di Piave, a partire dal 2018, un Festival della bonifica, una manifestazione che ha come obiettivo primario quello di sensibilizzare la cittadinanza, le istituzioni formative e le attività produttive ai temi ambientali ed economici connessi al mondo della bonifica. L’idea è quella di andare incontro al Centenario del 2022 con appuntamenti annuali che rappresentino momenti di scambio di conoscenze e pratiche non soltanto a livello locale, ma anche nazionale e internazionale.
Oggi, come nel 1922, il Veneto è sicuramente la regione italiana che, per le sue eccellenze ambientali, culturali, produttive e turistiche merita di essere al centro di una nuova riflessione nel campo della bonifica, della trasformazione del territorio e della conservazione e rivalutazione del paesaggio. A questo proposito San Donà di Piave rappresenta, per tutti coloro che si occupano di questi temi in Italia e non solo, un fondamentale punto di riferimento, la città simbolo di una lunga battaglia per la conquista di una nuova idea di ‘integralità’ della bonifica.
Terrevolute è una manifestazione articolato che prevede spettacoli teatrali e musicali, convegni, presentazioni di libri, tour nel territorio, presentazioni di progetti didattici, mostre fotografiche e installazioni multimediali, iniziative gastronomiche e mercatini con i prodotti agroalimentari del territorio. L’evento si rivolge al grande pubblico ma include anche momenti di confronto per addetti ai lavori: professionisti, amministratori, rappresentanti del mondo accademico e imprenditoriale.
Terrevolute è un Festival promosso dall’Unione Regionale Consorzi Gestione e Tutela del Territorio e Acque Irrigue (Anbi Veneto), con il coinvolgimento di tutti i consorzi, e dall’Università degli Studi di Padova. La sua realizzazione è stata possibile grazie al sostegno di molte istituzioni pubbliche, aziende private e associazioni onlus.
Per i consorzi di bonifica veneti e italiani è l’occasione per farsi conoscere, per fornire un contributo importante al dibattito sulle nuove sfide per il governo del territorio che si devono oggi e si dovranno in futuro affrontare, a partire dagli effetti dei mutamenti climatici. I consorzi di bonifica operano quotidianamente per la sicurezza idrogeologica, per garantire l’acqua alle colture e per preservare le biodiversità ma hanno il compito di sensibilizzare e dialogare con la cittadinanza per uno sviluppo sostenibile.
Accanto agli obiettivi fondamentali della formazione e della ricerca, l’Università degli Studi di Padova persegue una terza missione, opera cioè per favorire la valorizzazione e l’impiego della conoscenza per contribuire allo sviluppo sociale, culturale ed economico della società. In tale prospettiva, ogni struttura all’interno dell’Ateneo si impegna per comunicare e divulgare la conoscenza attraverso una relazione diretta con il territorio e con tutti i suoi attori. È per tale ragione che il Dipartimento di Scienze Storiche, Geografiche e dell’Antichità (DiSSGeA) dell’Università di Padova ha creduto fortemente nella realizzazione di Terrevolute grazie anche al prezioso supporto del Centro Interdipartimentale di Ricerca “Centro di Idrologia Dino Tonini” a cui afferiscono i Dipartimenti di Ingegneria Civile, Edile, Ambientale (ICEA), di Agronomia Animali Alimenti Risorse Naturali e Ambiente (DAFNAE) e di Territorio e Sistemi Agro-Forestali (TESAF).
Terrevolute vuole essere un momento di partecipazione, condivisione, confronto, riflessione, piacere e divertimento.
Festival della Bonifica
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San Donà di Piave è situata a breve distanza da Venezia, Treviso e Pordenone. È facilmente raggiungibile in auto e in treno.
Durante il Festival saranno molte e varie le occasioni per assaggiare i prodotti locali e dugustare il Menù della Bonifica.
La città offre molte aree di sosta a breve distanza dai luoghi del Festival.
Presentando il modulo di iscrizione ad uno degli eventi in programma avrete uno sconto nelle strutture convenzionate.
Un INFOPOINT sarà aperto al pubblico in Piazza Indipendenza, presso l’ingresso del Consorzio di Bonifica Veneto Orientale.