I lavori presentati per questa esposizione rappresentano l’acqua e le vie d’acqua del territorio in cui vive l’artista. Colpisce in particolare il modo in cui la luce atmosferica viene mutata dalla presenza dell’acqua.
I mulini (Stalis, Boldara, Portogruaro) e le idrovore sono una presenza costante nei paesaggi d’acque e di luce di Paola Maria Martina.
“Nelle opere di Paola M. Martina, il colore assume una connotazione “lirica”. I tratti compositivi delle sue opere racchiudono in una successione di piani, atmosfere ora limpide e terse, ricche di luminosità e pastose superfici dai toni profondi a volte cangianti, una rilettura molto personale della forma “paesaggio”. Le ombre colorate racchiudono nell’insieme, un moltiplicarsi di toni e di valori timbrici: dove la pennellata si stratifica, Martina sa cogliere un crescendo di elementi ora saturi e quasi “solidi” ora leggeri, trasparenti e morbidi. Gli elementi del paesaggio, sempre riconoscibili trovano qui, nelle opere di Martina”nuove forme” e queste nuove forme raccontano lo sguardo dell’artista che ci propone una nuova storia, attraverso la suggestione sensibile che della realtà si fa filtro e la restituisce a chi guarda carica, pulsante e vivida. La superficie delle opere, materica, ricca di pigmenti gioca sensivamente con la nostra percezione e prova,riuscendoci a farci sentire la luce calda del giorno, l’ombra fresca della vegetazione, il muoversi delle acque. Paola Martina realizza i suoi dipinti molto spesso en plein air, il lavoro in studio parte da questi “appunti pittorici” sulla scorta del ricordo sensoriale “dell’incontro” avvenuto, tra soggetto ed il suo narratore, l’artista. Questa metodologia coniuga così l’aspetto percettivo, atmosferico con la dimensione della memoria che in questa artista diventa, nella scelta così personale degli accostamenti di volumi e colore, onirico”. (marzo 2019, prof.ssa Rosita Bernardo)
“Passando tra tante sfumature di modi e di atteggiamenti, quelli della pittrice Paola Martina con il suo stile figurativo – onirico – simbolista si appellano all’arte come strumento di salvezza e di sublimazione, arte come unica arma di fronte alla pochezza della realtà vissuta. Paesaggi di sogno sono dipinti con toni quasi irreali”. (giugno 2018, dott.ssa Maria Teresa Aliprandi)
“Tra gli artisti che ricordano i paesaggi di luce e che ci rimandano alla pittura impressionista per la capacità di cogliere gli effetti cromatici si colloca l’artista Paola Martina, che sfrantuma la pennellata all’interno della visione del paesaggio – quasi a dividere le pennellate con piccoli tocchi oppure in altri casi più forti e più ampi – quasi a rendere in modo un po’ impressionistico questi fiumi, questa natura anche di campagna”. (Febbraio 2018, Critico d’arte prof.ssa Roberta Gubitosi)
“Una tavolozza prevalentemente chiara caratterizza i paesaggi urbani visti prevalentemente dall’alto, a volo d’uccello, per consentire una profondità di campo ampia e completa. Il colore lasciato in aggetto contribuisce a rendere più veri e austeri i volumi delle case mute, senza finestre, avvolte in un silenzio assolutamente discreto e rispettoso”. (Dicembre 2017, Critico e storico dell’arte prof.ssa Lorena Gava)
Nata a Trieste, per molti anni ha vissuto a Portogruaro; in seguito si è trasferita con la famiglia a San Stino di Livenza (VE) dove ancora oggi risiede e lavora nel proprio studio .
Da sempre attratta dal disegno e dal mondo dell’arte figurativa, dagli anni Settanta inizia a dipingere nello studio del pittore portogruarese (Fra’) Nevino Stradiotto di cui diviene allieva e che la avvia alla pittura con la tecnica del colore ad olio. Anche su sua sollecitazione inizia a partecipare a collettive di pittura (la prima collettiva di pittura a cui partecipa è del 1981) e nel contempo continua ad ampliare ed incrementare le proprie conoscenze artistiche e la ricerca personale .
Nel 1982 si iscrive alla nascente Accademia Marusso di San Donà di Piave per seguire il corso di incisione tenuto dal Maestro Cesco Magnolato docente di grafica all’Accademia di Belle Arti di Venezia. Appassionatasi a questa tecnica antica la perfeziona negli anni seguenti, mentre continua a dipingere e a partecipare a mostre collettive di pittura e di grafica – sia in galleria che in manifestazioni – distinguendosi. Numerosi sono stati i riconoscimenti riscossi negli anni ma anche le segnalazioni e i premi prestigiosi ottenuti nei concorsi cui ha partecipato.
Artista facente parte del Gruppo CILIUM – Pittori Scultori Incisori di Ceggia, la sua attività artistica è documentata anche da mostre in sedi prestigiose dove ha riscontrato unanimi consensi. Per ricordarle Casa dei Carraresi Treviso, Bistrot de Venice Piazza San Marco Venezia, Villa Orsini Scorzè, Villa Emo Vedelago Treviso.