Intervenire sul territorio per migliorare la gestione del rischio idraulico e geomorfologico

Paolo Salandin – DICEA UniPd | Marco Borga –TESAF UniPd

Giorno e orario Tavolo tecnico Componenti del Tavolo tecnico
Giovedì 16 maggio
10:30-13:00
 
Intervenire sul territorio per migliorare la gestione del rischio idraulico e geomorfologico Gian Battista Bischetti – DISAA | Università di Milano
Marco Borga –  TESAF | Università di Padova
Francesco Comiti – Facoltà di Scienze e Tecnologie | Università di Bolzano
Francesco Laio –  DIATI | Politecnico di Torino
Stefano Orlandini Dipartimento di Ingegneria “Enzo Ferrari” | Università di Modena e Reggio Emilia
Paolo Salandin –  DICEA | Università di Padova

Carlo Bendoricchio  – Consorzio di Bonifica  Acque Risorgive

Presentazione del Simposio

Gli eventi meteorologici intensi che provocano frane e inondazioni, nel seguito definiti eventi alluvionali, continuano a interessare il nostro Paese con danni crescenti, dimostrando chiaramente la necessità dello sviluppo di una gestione proattiva del territorio al fine di mitigare il rischio idraulico e geomorfologico, salvaguardando la qualità ambientale e il benessere della popolazione.
Da tali eventi è emersa la necessità di ripensare con uno sforzo congiunto e condiviso al modello di gestione del rischio, stimolando all’interno delle nostre comunità di cittadini, tecnici, scienziati e decisori alcune riflessioni in particolare sulle modalità di intervento per la mitigazione del rischio.
Il tavolo di lavoro intende porre particolare attenzione sul ruolo e l’adeguatezza delle infrastrutture e degli interventi di difesa intesi nella loro accezione più ampia, considerati nel contesto di un modello integrato di gestione del rischio alluvionale su orizzonti temporali non limitati al breve termine.
L’intervento infrastrutturale, comprensivo dell’attività di manutenzione delle opere e del territorio, viene collocato all’interno di un contesto ampio, fatto di azioni complesse che vanno dallo sviluppo di sistemi di monitoraggio, previsione e allerta fino agli interventi locali e di autoprotezione, tutte misure atte a ridurre la vulnerabilità delle comunità e alla tutela di “beni non negoziabili”, su tutti quello della salvezza delle vite umane.
Vengono in particolare analizzati tre ambiti: i) l’integrazione delle opere di difesa idraulica in un approccio che consideri la necessità di coordinare le politiche di tutela “dalle” acque con le politiche di tutela “delle” acque; ii) il tema della manutenzione delle opere e gli interventi per la difesa del suolo, degli alvei e del territorio nel suo complesso; iii) la gestione del rischio residuo, la percezione sociale del rischio e l’attuazione di processi di comunicazione e coinvolgimento dei cittadini.