In città, nella sua Marghera, a ridosso di nuovi boschi artificiali, il disastro di natura appena avvenuto nei monti e nei fiumi, rompe lo sguardo abituale, spezza il velo dell’ordinario e superficiale vedere. La crisi del naturale aumenta la percezione, un occhio nuovo scopre l’aridità e secchezza dei parchi urbani, dove la natura è vilipesa, espulsa o muta tra gabbie di condomini o autostrade urlanti.